Quando ero capo scout, il momento più importante dell’anno per i miei ragazzi era il campo estivo.
Ogni campo estivo era una settimana piena di attività, giochi, esperienze, unite da una storia.
E ogni volta alla fine del campo, una cosa che facevamo era consegnare ad ogni bambino il ricordino.
Un piccolo oggetto che aiutasse a rievocare quella settimana insieme.
Ad esempio un’estate il tema del campo era “Il Castello Errante di Howl” (dal famoso lungometraggio di Miyazaki) e alla fine della settimana i bambini incontravano Howl che consegnava ad ognuno di loro una piccola chiave, che era la chiave del suo castello, in modo che potessero tornarci ogni volta che volevano.
Anche tu consegna la chiave
Ho pensato alla chiave del castello perché tante volte mi capita di assistere a comunicazioni che una volta finite mi producono questo effetto:
“Ok, ma quindi?”
“Cosa voleva dire alla fine?”
Cerco di rientrare nel metaforico castello di quello che ho appena sentito ma lo trovo chiuso.
E della porta non ho la chiave.
Si sono dimenticati di darmela!
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Se alla fine di una comunicazione rimaniamo confusi non abbiamo colto il messaggio.
E se non cogliamo il messaggio subito, sicuramente non riusciremo nemmeno a ricordarlo.
E se non capisco e non ricordo allora quella comunicazione non è servita a niente.
Su questo tema ho trovato geniale l’approccio di Doug Stevenson, ex attore e keynote coach.
Doug ha sviluppato un approccio originale allo storytelling applicato al mondo del lavoro e nella mia ricerca è una delle poche cose sensate che finora sono riuscito a trovare al riguardo.
Una sorsata di acqua fresca in un deserto di principi astratti e inapplicabili.
Nel suo metodo, che lui chiama Story Theater, c’è un passaggio finale su quella che lui chiama “a phrase that pays”.
Si tratta di un invito, nel finale, ad usare una frase che risuona.
Usa una frase che risuona
Se scegli di usare una storia per sostenere un messaggio, non puoi lasciare che sia il tuo interlocutore ad estrarre la morale.
Altrimenti è alto il rischio che la sua mente si popoli di:
“qual è il punto?”
“cosa dovrei fare con queste informazioni?”
“perché mi sta raccontando questa storia?”
Non vanno bene neanche lunghe parafrasi che rendono ancora più misterioso il punto.
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Dopo avere utilizzato una storia per far emergere un tema che vuoi far arrivare a destinazione è fondamentale incapsulare il messaggio essenziale in una sola frase che sintetizza l’essenza e il significato del punto che vuoi sostenere.
La frase che risuona riassume la storia, la rende ripetibile e…appiccicosa nella mente di chi ti ascolta.
Alcuni esempi
Ora che ci faccio caso, molte delle mie newsletter hanno un titolo che è esattamente una frase che risuona:
Consegna una mappa per offrire chiarezza
Oppure per andare su qualcuno di un pelo più famoso di me, pensa a Martin Luther King con “I have a dream”.
O ancora Simon Sinek con il suo celebre talk “Start with why”. Se ancora non lo conosci e ti interessa comunicare meglio devi vederlo, ti metto il link in fondo.
Simon nel suo discorso ripete 7 volte (!) il suo messaggio incapsulato in una frase:
“people don’t buy what you do, people buy why you do it”
Tanto che ancora a distanza di anni mi ricordo quello che voleva dire, al contrario di mille altri talk, magari altrettanto potenti ma che non avevano usato una frase che risuona.
IL NOSTRO PATTO
Ogni settimana dedico ore a pensare cosa potrei condividere con te, in modo da darti più valore possibile.
E' una fatica ma mi dà anche tanta soddisfazione.
Potrei stancarmi e mollare ma l’unica cosa che non mi farà stufare di scrivere è se mi accorgo di essere utile ad un numero abbastanza grande di persone.
Se ti piace quello scrivo, se trovi utili le tecniche e i principi che ti racconto, questo è quello che puoi fare per motivarmi a continuare (in ordine di preferenza):
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Allora facciamo un patto: io dedico ore per costruire questi contenuti gratuiti e quello che ti chiedo in cambio è di spargere la voce.
Ok?
Alcuni consigli
Se vuoi che la tua comunicazione produca un cambiamento, devi concludere con una chiamata all’azione.
Usa una frase che risuona.
Per trovare questa frase domandati: nella storia che stai raccontando cosa hai fatto per superare l’ostacolo?
Tra tutte le azioni che hai preso, scegline una, quella che vuoi sia la lezione della storia.
Fai in modo che la prima parola della frase sia un verbo.
Tienila breve, massimo 5 parole.
Fai in modo che sia positiva e motivazionale.
E soprattutto
Ripetila tante volte - almeno 5 - perché entri in profondità e sia ricordata.
Più la ripeti ed è più come se diventasse il ritornello di una canzone che rimane incisa nella mente di chi hai davanti.
Il succo di oggi
Quando hai scelto una storia da usare o hai costruito la tua comunicazione:
domandati “qual è il punto?”
incapsula il messaggio fondamentale in una breve frase
che possibilmente sia un’esortazione positiva
ripeti la tua frase che risuona diverse volte nel corso della tua comunicazione
In questo modo:
le persone capiranno subito cosa devono portarsi a casa
lo ricorderanno molto più facilmente
è molto più probabile che avvenga il cambiamento che avevi progettato
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La frase che risuona è il takeaway della tua storia, quello che a distanza di anni si porta dietro il ricordo di tutto il resto e riassume il tuo discorso in modo semplice e memorabile.
Alla fine delle tue comunicazioni, usa una frase che risuona.
Sarà come consegnare a chi hai davanti la chiave per dare accesso al tuo messaggio ogni volta che lo vorrà.
Noi ci sentiamo venerdì prossimo, ciao!
Augusto
P.S. qui puoi guardarti Start with Why di Simon Sinek, super interessante!
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Chi sono?
Mi chiamo Augusto Pirovano e sono un esperto di business storytelling e presentation design: aiuto professionisti e startupper a raccontare in modo chiaro e convincente le loro idee e i loro progetti.
Ho lavorato con UniCredit, Luxottica, eBay, ING, Trenord, Agos e tanti altri.
Questo è il mio sito. Mi trovi anche su Linkedin.
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