L’anno scorso ho partecipato a CREA, una conferenza di facilitazione che ha avuto un impatto profondo su di me e sulla mia professione.
Una delle sessioni che mi è rimasta più impressa è stata una in cui si lavorava sulla propria storia personale.
Funzionava così.
Per prima cosa ognuno aveva 15 minuti per riflettere sulla propria vita e identificare i 10 momenti che hanno avuto un impatto più grande sulla propria evoluzione.
Già anche solo avere il tempo per ricostruire la propria storia in 10 momenti topici è stato molto coinvolgente.
Poi a coppie, con un altro partecipante, ci si raccontava a vicenda la nostra storia, come sequenza cronologica di questi 10 eventi.
È stato toccante.
Dopo 10 minuti io stavo piangendo.
Per finire ci è stato chiesto di provare a visualizzare la propria storia, collocando i 10 momenti su due assi.
Il primo asse è quello del piacere: in un estremo c’è “la vita è fantastica” nell’altro c’è “la vita fa schifo”.
Il secondo asse è quello del controllo: in un estremo c’è “le cose mi capitano”, nell’altro “costruisco la mia vita”.
È stata un’ora molto intensa e profonda perché alla fine era possibile vedere com’è stata - finora - la storia della propria vita.
Se vuoi provare a fare questo esercizio, prenditi un’ora di tempo, stacca tutte le notifiche e poi raccontami cosa hai scoperto.
La tua storia d’origine
Ok, questo è interessante ma non è esattamente quello che volevo raccontarti oggi.
La tua storia d’origine ha a che fare con quello che fai.
Ricordi cosa dice Simon Sinek?
“La gente non compra cosa fai, la gente compra perché lo fai”
E spesso abbiamo l’opportunità di raccontare il nostro perché.
Tu, ad esempio, perché ti occupi di quello che fai?
Lo sai?
Il modo più semplice per raccontare il tuo perché ha a che fare con la tua storia.
Cosa ti ha portato qui.
Gli americani la chiamano la origin story, la tua storia delle origini.
Tu ce l’hai presente in questo momento?
Hai mai provato a scriverla?
Oggi ti spiego come puoi costruirla oppure - se già ce l’hai - come renderla ancora più coinvolgente.
La traccia per la tua storia
Una storia delle origini che funzioni ha tre momenti fondamentali:
1️⃣ la scintilla
2️⃣ il viaggio
3️⃣ la conclusione
Partiamo dall’inizio.
1️⃣ La scintilla
La scintilla è il momento nella tua vita in cui hai una rivelazione e qualcosa fa click.
Un momento in cui prendi la decisione di fare qualcosa di nuovo e di importante.
Può essere diventare vegetariano.
Avere un figlio.
O mollare il tuo lavoro precedente.
Non è facile individuare la scintilla perché di solito abbiamo tanti momenti di questo tipo nella nostra storia personale.
Pensa ai 10 momenti di cui ti parlavo prima.
La tua scintilla potrebbe essere uno di quelli.
Qual è la scintilla giusta per la tua storia?
In base alla scintilla che scegli la tua storia cambia e andrà a concludersi in un posto diverso.
2️⃣ Il viaggio
Il viaggio è tutto quello che segue alla scintilla.
Quali decisioni hai preso?
Quali errori hai commesso?
Quali ostacoli hai incontrato senza arrenderti?
3️⃣ La risoluzione
La risoluzione è il finale della storia, quello che ci porta al presente e si collega in qualche modo alla persona a cui ti stai rivolgendo.
Perché la tua storia è rilevante per le persone che la ascoltano?
In ultima analisi: perché fai quello che stai facendo?
Esempio: la mia storia delle origini
C’è una sensazione che ho provato in diversi momenti della mia vita. Ricordo perfettamente la prima volta che mi è successo. Ero in prima superiore e a una festa della scuola ho visto suonare la band di alcuni miei compagni di classe.
La sensazione era:
Questa cosa è troppo bella per non essere portata nel mondo. E io voglio farne parte.
Risultato ho iniziato a suonare la tastiera e suonare con loro.
La stessa sensazione è tornata ancora più potente molti anni dopo quando ho visto per la prima volta un urban game.
Un fenomeno che cominciava a diffondersi negli stati uniti, a San Francisco.
Era una cosa troppo bella per non essere portata nel mondo.
E solo pensarci mi faceva venire la pelle d’oca.
Sapevo che dovevo far succedere quella cosa.
Così ho raccolto un paio di amici e abbiamo iniziato a sviluppare il nostro prototipo.
Ma molto presto mi sono accorto che non bastava avere un’idea bellissima e riuscire a realizzarla, due cose su cui eravamo già forti.
Per essere portata nel mondo, la mia idea andava raccontata.
Era il 2008 e così ho iniziato a studiare come farlo.
Io sono un po’ ossessivo e così mi sono comprato tutti i libri sul tema, ho fatto corsi, ho analizzato e dissezionato i migliori pitch della storia per riuscire a capire come potevo usare quelle tecniche per la mia idea.
Ho montato e smontato cento volte il primo pitch per il nostro progetto.
E finalmente ero pronto per raccontarlo in giro.
La prima occasione era alla fiera del levante, a Bari in una trasferta che mi ero autofinanziato.
Ero carico a mille e preparatissimo.
Ma quel giorno mi sono trovato a presentare la mia idea a pochi minuti dall’orario di chiusura e davanti a sole 3 persone.
Un esordio non esaltante ma non mi sono fermato, ho continuato a cercare occasioni per raccontare la mia idea.
Abbiamo iniziato a vincere le prime pitch competition e siamo entrati nel radar degli investitori.
Uno dei più importanti investitori italiani ci aveva conosciuto e ci ha chiesto di andare a Roma direttamente in finale della gara italiana più importante per le startup di quell’anno: TechGarage 2009.
Così andiamo a TechGarage.
Faccio il mio pitch.
E quel giorno vinciamo il premio del pubblico da casa e il premio Wired scelti da Riccardo Luna.
E il primo premio degli investitori.
Noi nell’ultima slide dicevamo che avevamo bisogno di 100.000€ per partire. E accade un fuori programma.
Marco Magnocavallo, il chairman dell’iniziativa dice:
“voglio dimostrare che in questo gruppo di freddi investitori c’è un’anima per il sociale e la cultura, per cui di questi 100.000€, 10 ne metto io, 10 ne mette Blogo - la mia società - e ora voglio vedere 8 mani alzate nel pubblico per chi mette gli altri 80.000€ che servono a questi ragazzi per partire.”
E nell’arco di un minuto, davanti ad un pubblico di giornalisti e di telecamere, 8 mani si sono alzate.
Il mio pitch aveva raccolto 100.000€ in 1 minuto.
“Cosa è appena successo?” Mi domando 🤯
Torniamo a Milano e subito spendiamo i primi 2.000€ per fare una festa gigante con tutti i nostri amici. È stato bellissimo.
Peccato che non avevamo calcolato un piccolo dettaglio: quei soldi ancora non ce li avevano dati.
Infatti non sono mai arrivati.
Gli investitori si sono tirati indietro, per una serie di motivi, alcuni giustificabili, altri meno.
Ma resta il fatto che la notizia per noi è una botta tremenda. Una delle mie più grandi sconfitte.
Ma allo stesso tempo anche uno dei miei più grandi successi.
Infatti, anche se l’investimento non era stato confermato erano successe due cose importantissime:
La prima. Ho capito che ero diventato davvero bravo a costruire un pitch: ero riuscito a mostrare il valore della mia idea.
La seconda. Una serie di brand importanti che ci avevano visto a Roma ci hanno cominciato a contattarci dicendo: “abbiamo visto il pitch di CriticalCity, di CriticalCity non ci interessa, ci interessa come costruite voi un pitch, ci potete aiutare?”
Così mentre continuavamo a cercare i fondi per far partire la nostra idea, abbiamo iniziato ad aiutare ALTRI a mostrare il valore delle LORO idee.
E portare così nel mondo cose troppo belle perché rimanessero solo idee.
Un anno dopo abbiamo realizzato CriticalCity che è stato un successo incredibile.
Ma intanto continuavamo anche a lavorare con le idee degli altri.
Fino al 2015 quando con il mio socio - e migliore amico - ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti la verità.
Lui voleva occuparsi sempre più di giochi.
Io volevo occuparmi sempre di più delle idee degli altri, aiutandoli ad esprimere tutto il loro valore.
Così lui si è trasferito a NY e oggi insegna game design alla NYU.
Io sono rimasto in Italia, con la stessa voglia e la stessa passione per portare nel mondo cose troppo belle perché si limitino a restare solo una bella idea.
Li hai individuati i 3 momenti della mia storia d’origine?
La mia scintilla è: quando scopro i giochi urbani e la sensazione di dover portare nel mondo una cosa troppo bella per restare solo un’idea.
Il mio viaggio è: imparo a presentare la mia idea, primi fallimenti, finale di TechGarage dove vinco tutto e perdo tutto, inizio ad aiutare gli altri a raccontare le loro idee mentre continuo a realizzare la mia.
La mia risoluzione è: decido di rimanere e dedicarmi ad aiutare gli altri a portare nel mondo cose troppo belle perché restino solo un’idea.
Facci caso, la mia risoluzione spiega anche perché faccio quello che faccio e come questo si collega alla persona che ho davanti:
“Hai un’idea troppo bella perché resti solo un’idea? Ti posso aiutare a raccontarla, è la mia passione”
BONUS: consiglio di visione
Se non hai idea di cosa sia un gioco urbano e la cosa ti incuriosisce ti segnalo una serie PAZZESCA su Amazon Prime.
Messaggi da Elsewhere di Jason Segel.
Link al trailer in fondo alla mail.
Guardalo. Se abbiamo gusti simili mi ringrazierai.
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Ogni settimana dedico ore a pensare cosa potrei condividere con te, in modo da darti più valore possibile.
E' una fatica ma mi dà anche tanta soddisfazione.
Potrei stancarmi e mollare ma l’unica cosa che non mi farà stufare di scrivere è se mi accorgo di essere utile ad un numero abbastanza grande di persone.
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Ok?
Preparati diverse versioni della tua storia d’origine
Almeno due: quella completa da 6-7 minuti e una breve, massimo 3 minuti quando la situazione richiede di essere sintetici.
Quella che hai letto sopra è la mia versione lunga, quella breve ha solo i momenti essenziali.
Il succo di oggi
Quando conosci qualcuno che vuole sapere cosa fai, invece di limitarti a raccontare il COSA, puoi raccontare il PERCHÈ.
Il modo più semplice di raccontare il perché è collegarlo alla tua storia d’origine e fare in modo che questa nel finale si colleghi alla persona che hai davanti.
Una storia d’origine che funziona ha tre parti fondamentali:
la scintilla: il momento in cui qualcosa ha fatto click e la tua vita è cambiata
il viaggio: tutto quello che hai dovuto affrontare dopo, comprese le difficoltà e i fallimenti
la risoluzione: dove ti ha portato il viaggio e come la tua storia si collega con la persona che hai davanti
Perché ha senso conoscere la tua storia d’origine?
è un modo coinvolgente per entrare in contatto con te
ti rende rilevante per chi hai davanti
ti differenzia da tutti quelli che si limitano a raccontare COSA fanno e si dimenticano di spiegare PERCHÉ lo fanno
Noi ci sentiamo fra due settimane.
Nel frattempo ti do un compito: prova a scrivere la TUA storia d’origine e mandarmela, sarò felice di leggerla e darti un feedback!
Ciao!
Augusto
🫡 Se questa newsletter ti piace girala a un paio di amic* a cui pensi potrebbe piacere. Per me è un grande sostegno e a te non costa nulla.
Chi sono?
Mi chiamo Augusto Pirovano e sono un esperto di business storytelling e presentation design: aiuto professionisti e startupper a raccontare in modo chiaro e convincente le loro idee e i loro progetti.
Ho lavorato con UniCredit, Luxottica, eBay, ING, Trenord, Agos e tanti altri.
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