Usa la forza (o lascia agire il tempo)
L’alternativa leggera per costruire le tue comunicazioni
Tu sul lavoro preferisci usare la 💪 forza oppure lasciare agire il ⏳tempo?
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Quando mi sono appassionato di panificazione ho fatto una scoperta che mi ha sorpreso.
Per preparare un impasto di buona qualità ci sono DUE strade.
Praticamente opposte.
💪 Applicare forza meccanica: spaccandosi i muscoli per 15-20 minuti.
⏳ Oppure aspettare che l’azione chimica del lievito faccia il suo lavoro. E ogni 40 - 60 minuti dare una girata. Questo processo si chiama autolisi.
Non è assurdo che lo stesso effetto finale si possa ottenere in due modi così diversi?
In pratica con l’autolisi ad un processo intenso, faticoso e relativamente breve che richiede la nostra presenza e forza fisica sostituiamo un processo più lungo fatto di piccoli interventi, intervallati da tempi di riposo.
La magia è fatta da due fattori: piccoli interventi + riposi intermedi.
Mi sono accorto che questo principio è valido in campi diversi e mi sta dando parecchia soddisfazione.
✍️ Nella scrittura
Nell’ultimo anno il mio lavoro ha avuto sempre più a che fare con la scrittura.
Scrivere è un’attività fondamentale.
Scrivere però è anche parecchio faticoso.
O almeno lo è sempre stato per me, assomiglia molto alla fatica di impastare per ore.
Una cosa di cui mi sono accorto è che anche per la scrittura c’è un modo più leggero e facile per affrontarla, fatto di brevi “impasti grezzi” + riposi.
Per scrivere un testo ormai io uso 3 momenti distinti:
UNO: individuo l’idea centrale: possono essere anche solo 2 righe (ci metto 5-10 min)
...e aspetto uno o più giorni
DUE: scrivo la traccia con dei punti elenco (posso metterci 30-60 minuti)
...e aspetto uno o più giorni
TRE: espando e metto in bella (circa 60 minuti)
📖 Nello studio
Anche a te capita di leggere e dimenticare completamente i contenuti dei libri a distanza anche solo di qualche mese? È normale.
Hermann Ebbinghaus già nel 1885 aveva teorizzato che questa è la curva di decadimento nell’apprendimento:
Già dopo 20 minuti abbiamo perso quasi il 40% di quello che abbiamo letto.
Dopo 24 ore abbiamo perso il 66%.
Come rallentare questa perdita spaventosa di quello che riusciamo a ricordare?
Ebbinghaus sosteneva che dovremmo riesaminare quei contenuti, a distanza di 24 ore, 2 giorni , 7 giorni e infine dopo 14 giorni.
In questo modo l’apprendimento è consolidato e siamo in grado potenzialmente di ricordarlo per sempre.
Ma chi ha la disciplina di seguire questo processo, una volta terminata l’università?
Una soluzione è Readwise, un servizio online eccezionale che raccoglie i nostri appunti dal Kindle e ogni giorno ci propone una selezione di quelle note, cercando di rispettare la distanza di apprendimento di Ebbinghaus.
Così trasformiamo la lettura in apprendimento consolidato.
🧠 Nella terapia
Negli ultimi anni ho investito tempo e risorse in un percorso di psicoterapia e all’inizio mi domandavo come potesse avere qualche effetto un dialogo di 1 ora in cui si riesce a toccare solo poche cose rispetto a tutte quelle che avrei da dire.
In più, una volta finita la seduta, generalmente non sei in grado di ricordare quasi nulla di quello che emerge.
“Non si possono fare più incontri?”
“Davvero è necessario aspettare una settimana prima di rivedersi?”
E invece no, funziona proprio così: piccoli interventi + tempo di riposo.
🧽 Piccoli interventi
La cosa interessante è che suddividendo il lavoro in piccoli interventi, la fatica non è ripartita in proporzione: la somma delle 3 piccole fatiche è molto minore alla singola grande fatica, che avresti affrontando tutto insieme.
Come è possibile?
Ti faccio un esempio:
Immagina di dover oltrepassare un torrente largo 2 metri. Devi prendere una bella rincorsa e fare un salto con tutte le tue forze (ansia, fatica, sudore!!)
Immagina ora che nel letto del torrente ci siano 3 comodi sassi, basterà fare 3 passi. La fatica e l’ansia complessive sono state molto minori.
⏳ Riposo
La magia dell’autolisi è fatta anche dai tempi di riposo tra i singoli interventi. Quelli in cui non sembra succedere nulla.
Come nell’impasto - in cui il lievito lavora dall’interno - nel caso della scrittura a conclusione di ogni passaggio intermedio sono spesso insoddisfatto dei miei semilavorati.
Ma ho imparato ad accettare questa sensazione e passare oltre.
Che me ne accorga o no durante la giornata mi capita di ripensare a quello che ho scritto, mi verranno nuove idee e vorrò cambiare alcune cose che non mi sembrano più così corrette.
Il giorno dopo il testo che ho scritto sarà lo stesso. Ma io no!
E con poco sforzo lo porto al livello successivo.
IL NOSTRO PATTO
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Potrei stancarmi e mollare ma l’unica cosa che non mi farà stufare di scrivere è se mi accorgo di essere utile ad un numero abbastanza grande di persone.
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Due valide alternative
Tra approccio diretto e autolisi, uno non è sempre meglio dell’altro.
A volte sono super-ispirato e nel giro di 30 minuti concentrati produco direttamente il risultato finale.
Bello però sapere di avere un’alternativa.
Quando devi produrre qualcosa puoi scegliere fra:
buttarti a capofitto e usare la 💪 forza bruta
oppure
effettuare piccoli interventi e lasciar agire il⏳ tempo.
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Che dici, ti suona familiare?
Ti viene in mente qualche altro campo in cui funziona la magia dell’autolisi ed è possibile sostituire un’attività faticosa e intensa con piccoli interventi e un po’ di tempo di riposo?
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Chi sono?
Mi chiamo Augusto Pirovano e sono un esperto di business storytelling e presentation design: aiuto professionisti e startupper a raccontare in modo chiaro e convincente le loro idee e i loro progetti.
Ho lavorato con UniCredit, Luxottica, eBay, ING, Trenord, Agos e tanti altri.
Questo è il mio sito. Mi trovi anche su Linkedin.
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Interessante come riesci ad estrapolare dalla vita quotidiana suggerimenti da applicare in campi molto diversi. Illuminante.
L'autolisi è un po' come il proverbiale "Chi va piano va sano e va lontano"