La maledizione della conoscenza
Perché quando pensi che qualcosa sia semplice...in realtà non lo è
In famiglia abbiamo cercato di ritardare il più possibile la visione di Frozen.
Ma a 5 anni compiuti la pressione sociale era diventata insostenibile.
E quindi l’abbiamo fatto e, come immaginavo, l’impatto è stato devastante.
Ti dico solo che ora mi capita di sognare Frozen 😬.
E soprattutto ho sempre in testa quelle canzoni.
Non sono l’unico.
Sento spesso mia figlia Olivia canticchiare con la sua tenera vocina stonata gli acuti di Elsa.
Ti è mai capitato di sentire qualcuno che canticchia un motivetto in modo ossessivo?
Per chi è vicino e ascolta sembrano notine stridule e fastidiose.
Per chi canta invece - e anche a me è capitato di stare dall’altra parte della barricata - la propria voce invece è sostenuta da una meravigliosa orchestra sinfonica che potente suona nella nostra testa.
Questo mi ha fatto tornare in mente un esperimento fatto a Stanford nel 1990.
Elisabeth Newton, ricercatrice di psicologia, aveva preso due gruppi di studenti.
Il primo gruppo era quello dei “ritmici”.
Il secondo era quello degli “ascoltatori”.
L’esperimento funzionava così: in una stanza mettevano un ritmico, che doveva far indovinare alcune canzoni famose ad un ascoltatore, semplicemente tamburellando il ritmo della melodia con le dita sul tavolo.
In pratica trasformando la canzone in una specie di codice morse.
Prima di iniziare avevano chiesto ai ritmici:
“secondo voi quante volte l’altro riuscirà ad indovinare?”
Le canzoni erano super famose e la risposta è stata: una su due.
L’epilogo sorprendente è stato quanto effettivamente poi le canzoni sono state indovinate.
Solo 2 canzoni su 100 sono state indovinate.
Per i ritmici, sembrava facilissimo che gli altri indovinassero la canzone PERCHÈ LORO QUELLA CANZONE CE L’AVEVANO IN TESTA (proprio come mia figlia Olivia quando canticchia).
Dimenticandosi però che nella testa degli ascoltatori quella melodia mancava ed era molto più difficile riconoscere la canzone.
La maledizione della conoscenza
Questo bias cognitivo (errore mentale) è stato chiamato “La maledizione della conoscenza”.
✅ Quando sai qualcosa è praticamente impossibile metterti nei panni di qualcuno che quella cosa non la sa.
Facciamo un esperimento anche noi, vediamo se riesci ad indovinare queste 3 canzoni:
La maledizione della conoscenza ha due conseguenze importanti per noi quando comunichiamo.
Oggi ti parlo della prima.
A prova di scemo
Quando spieghiamo qualcosa per quanto ci sforziamo, è impossibile per noi metterci nei panni di qualcuno che già non sa quello che noi sappiamo.
Dobbiamo fare un atto di fede su questo e convincerci che anche quando ci sembra di essere stati chiari…probabilmente non lo stiamo facendo abbastanza.
👉 Quando hai deciso come spiegare qualcosa di complesso, domandati: come lo potrei rendere “a prova di scemo”?
Ovviamente NON perché le persone che avrai davanti siano stupide, ma perché se riesci a rendere quello che hai da dire “a prova di scemo”, anche le persone più intelligenti faranno meno fatica a capirlo e il tasso di consegna del tuo messaggio sarà più alto.
Il fatto che una persona intelligente potenzialmente sia in grado capire quello che hai da dire, non significa che abbia voglia investire tante risorse cognitive per farlo.
Se il prezzo dell’attenzione da pagare è troppo alto il tuo interlocutore stacca il cervello e inizia a pensare a cosa mangiare per cena.
Cosa puoi fare allora?
Abbassa questo prezzo mentale, rendi più economico capire quello che vuoi dire.
IL NOSTRO PATTO
Questa newsletter è un progetto di passione.
Potrei stancarmi e mollare ma l’unica cosa che non mi farà stufare di scrivere è se mi accorgo di essere utile ad un numero abbastanza grande di persone.
Se ti piace quello scrivo, se trovi utili le tecniche e i principi che ti racconto, questo è quello che puoi fare per motivarmi a continuare (in ordine di preferenza):
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Come spiegare in modo più semplice
Alcune parole possono diventare più semplici.
Alcune sigle potresti eliminarle.
Qualcosa che non può essere reso immediatamente più semplice merita una spiegazione.
In alcuni punti potresti usare un esempio o una metafora.
Spesso un’immagine in più aiuta.
Tutte cose che ad esempio io cerco di fare, con alterna fortuna, in questa newsletter, ci hai fatto caso?
Un trucco
Se “a prova di scemo” ti suona male, te lo dico in un altro modo.
“Come potrei spiegare questa cosa se avessi davanti un ragazzino di 12 anni?”
Puoi provare a riscrivere tu la tua comunicazione in questo modo.
🤖 Oppure se vuoi usare la tecnologia puoi provare a chiedere a ChatGPT: “Riscrivi questo testo usando un lessico adatto ad un ragazzino di 12 anni”.
[Ah, e se anche tu sei in Italia, qui puoi accedere a ChatGPT anche dopo il blocco del garante.]
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Se hai provato a indovinare le canzoni, scrivimi e ti dico se ci hai preso 🙌
Settimana prossima PowerPitch non esce, ci sentiamo fra 2 settimane!
Augusto
P.S. questo è quello che ha in testa mia figlia (e che io mi sogno la notte):
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Chi sono?
Mi chiamo Augusto Pirovano e sono un esperto di business storytelling e presentation design: aiuto professionisti e startupper a raccontare in modo chiaro e convincente le loro idee e i loro progetti.
Ho lavorato con UniCredit, Luxottica, eBay, ING, Trenord, Agos e tanti altri.
Questo è il mio sito. Mi trovi anche su Linkedin.
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Sempre bravo, Augusto!