Il segreto per comunicare qualcosa di nuovo e di complesso
Usa le metafore per creare un contesto memorabile per i tuoi messaggi
Hai presente quando sei ad una festa, una persona si presenta e nel secondo stesso che ti dice il suo nome…te lo sei già dimenticato?
Capire perché succede è la chiave per riuscire ad essere ricordati anche quando comunichiamo le nostre idee e i nostri progetti.
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Durante il liceo i miei genitori mi hanno spinto a fare un corso di memoria pensando che potesse essermi utile per gli studi. In effetti mi ha aiutato
E durante il corso una delle prime cose che mi avevano spiegato era proprio come mai facciamo così fatica a ricordarci i nomi delle persone.
Ci sono due motivi.
Il primo è che non ascoltiamo. Quando qualcuno si presenta e ci dice il suo nome quasi sempre stiamo già pensando a come dire bene il nostro, per non fare brutta figura. Sembra assurdo ma è così.
Il secondo motivo è più interessante.
Anche se ci sforziamo di ascoltare il nome, quel nome immancabilmente scivola via in pochi secondi dalla nostra mente perché gli manca qualcosa a cui attaccarsi.
Da qui la tecnica che mi avevano insegnato:
Per ricordare il nome di qualcuno:
Trasforma il nome in un’immagine -> ad esempio Lucia può diventare luce
Osserva la persona che hai davanti e nota un suo particolare -> ad esempio degli occhiali molto grandi.
Crea un collegamento immaginario fra il nome e il particolare -> me la immagino ad accendere un fuoco usando una delle lenti dei suoi occhiali e la luce del sole
Più il collegamento immaginario è strano o bizzarro più sarà facile da ricordare
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Confesso che ancora la uso dopo tanti anni per ricordare i nomi dei partecipanti ai miei corsi ed è davvero efficace.
Ok, ma forse più che ricordare i nomi a te interessa come comunicare meglio i tuoi progetti o come essere efficace durante una riunione.
Cosa c’entra questa storia dei nomi?
La regola 0 della comunicazione
C’entra, perché quello che ti ho appena raccontato è solo un esempio della modalità con cui la nostra mente processa nuove informazioni.
Se capiamo come funziona il cervello e ci allineiamo al modo con cui questo vuole consumare le informazioni possiamo essere incredibilmente efficaci.
Ma quando violiamo queste leggi naturali della nostra mente…il fallimento è inevitabile.
Ecco il punto: il nostro cervello ha bisogno di un CONTESTO per archiviare nuove informazioni.
Se trova un contesto per quell’informazione, questa viene registrata. Se non lo trova, questa scivola via.
In che senso “contesto”?
Qualcosa che conosciamo già, a cui possiamo collegare un nuovo dato.
Ad esempio un’immagine può essere un contesto per archiviare un nome.
Mhh… ma allora come possiamo dare un contesto alle cose nuove - magari complesse - che dobbiamo raccontare, spiegare o vendere?
La banca della memoria precedente
Prova ad immaginare il cervello come una grande archivio, pieno di cassetti e di faldoni etichettati e catalogati.
Potremmo chiamarlo la banca della memoria precedente.
Tutte le cose che sappiamo sono custodite in cartelle e scaffali nel grande archivio della nostra mente e quando arriva una nuova informazione, le prime domande che ci facciamo sono:
“È come qualcosa che conosco già?”
“Si collega a qualcosa che ho già incontrato?"
Quando comunichiamo qualcosa SE la persona che abbiamo davanti è motivata si farà questa domanda e proverà a cercare qualcosa a cui collegare la nostra nuova informazione.
Solo se c’è un faldone precedente è possibile registrare una nuova informazione. Altrimenti il documento rimane orfano e si perde dopo pochi secondi.
Ma non è garantito che chi abbiamo davanti abbia voglia di fare questa ricerca…oppure che ci riesca!
Se vuoi che qualcuno si ricordi quello che dici, AIUTALO TU a fare questo lavoro indirizzandolo verso il faldone giusto: usando una metafora o un’analogia.
Usare una metafora è un po’ come dirgli: “vai a cercare in quello scaffale perché quello che ti sto raccontando assomiglia a quell’altra cosa che già conosci.”
In questo modo risparmi a chi hai davanti un’enorme quantità di tempo e di carico mentale.
Io ad esempio sto usando ora una metafora - quella della banca della conoscenza precedente - per aiutarti a capire questo principio.
IL NOSTRO PATTO
Questa newsletter è un progetto di passione.
Potrei stancarmi e mollare ma l’unica cosa che non mi farà stufare di scrivere è se mi accorgo di essere utile ad un numero abbastanza grande di persone.
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Non fermarti alla metafora
Usare la metafora non basta.
Ci vuole un passaggio successivo, ovvero quello in cui esci dalla metafora, estrai il messaggio centrale e lo rendi chiaro ed evidente.
“Perché vi sto dicendo questo?”
Usa questa domanda come una campanella che segnala a chi hai davanti che stai passando dalla metafora al messaggio chiave.
Il succo del messaggio di oggi
1️⃣ Il nostro cervello riesce a registrare solo cose che si collegano a qualcosa di precedente.
2️⃣ Se vuoi che quello che dici non scivoli via - come un nome che ci viene detto ad una festa - devi allineare il tuo modo di comunicare al modo in cui funziona la mente umana.
3️⃣ Quando devi presentare, spiegare o vendere qualcosa - per quanto nuovo tecnico sia l’argomento - usa una metafora o un’analogia per fornire un contesto a cui collegare quello che dici a qualcosa di già conosciuto.
4️⃣ Dopo aver usato una metafora o un’analogia, non fermarti lì ma estrai e rendi chiaro ed evidente il messaggio chiave che stava dietro a quel collegamento e che volevi trasmettere.
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Che ne dici, ti ricorderai di provare ad usare analogie e metafore la prossima volta?
Io ti lascio con un’analogia che mi è rimasta bene impressa.
Dopo questa lunga pausa estiva noi ci risentiamo venerdì prossimo.
Intanto vado a lavarmi le mani proprio per bene.
Ciao!
Augusto
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Chi sono?
Mi chiamo Augusto Pirovano e sono un esperto di business storytelling e presentation design: aiuto professionisti e startupper a raccontare in modo chiaro e convincente le loro idee e i loro progetti.
Ho lavorato con UniCredit, Luxottica, eBay, ING, Trenord, Agos e tanti altri.
Questo è il mio sito. Mi trovi anche su Linkedin.
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